Di cosa si tratta? Nuova moda? O è una pratica efficace?

Scopriamolo insieme!

Come ben sapete sono da poco diventata mamma e in Dicembre la piccola Alice compirà sei mesi.
Al momento sto attuando allattamento esclusivo e sarà per noi così fino a quando Alice non sarà pronta a conoscere e quindi ad introdurre nuovi cibi.
Ad essere sincera, molte persone a me vicine mi incitano a far sperimentare nuovi cibi alla piccola. La mia cara nonna da settimane ormai continua a dirmi: “ma quella bambina non deve iniziare a mangiare anche dell’altro come la frutta?”, la mia risposta è sempre la stessa, NO

Non sarà lo scoccare del 4° mese a convincermi ad introdurre frutta nell’alimentazione di Alice, e nemmeno lo scoccare del 6° a metterla subito su un seggiolone con tanto di cucchiaio e bavaglia! Attenderò i suoi tempi e quando sarà pronta (potrebbe esserlo tra venti giorni così come tra un mese o tra due e mezzo) avrà tutto a disposizione per conoscere nuovi alimenti. Questo mio approccio è un po’ la base dell’autosvezzamento.

Ma COSA si intende effettivamente per AUTOSVEZZAMENTO?

Significa DARE LA POSSIBILITÀ AL PICCOLO/A DI CONOSCERE E SPERIMENTARE NUOVI CIBI, toccandoli, annusandoli, masticandoli e portandoli alla bocca, manipolarli, gettarli a terra e perché no, anche vomitarli se non di suo gradimento.

Quando il bimbo è pronto per iniziare?

Ci sono SEGNALI dei che possono farcelo capire.

  1. MATURITÀ DIGESTIVA (che di solito avviene tra il 4° e il 6° mese
  2. CAPACITÀ DI STARE SEDUTO in modo autonomo , con tronco ben fermo
  3. PERDITA del RIFLESSO DI ESTRUSIONE della lingua (è un riflesso arcaico neonatale ovvero un movimento involontario che il neonato effettua in risposta a uno stimolo esterno; per capire se effettivamente questo riflesso si è estinto possiamo avvicinare un cucchiaino (anche vuoto) alla bocca del nostro bambino toccandone le labbra, se il bimbo porta in fuori la lingua quasi sfregandola sul palato significa che il riflesso è ancora presente)
  4. il/la bambino/a deve manifestare INTERESSE VERSO IL CIBO (per questo si consiglia di tenere fin dai primi mesi i bambini a tavola con voi ai pasti, così che possano capire e imparare da voi)
    L’età di inizio dello svezzamento può così variare proprio in base a questi segnali, quando sono tutti presenti è il momento giusto per iniziare a proporre al vostro cucciolo/a nuovi pasti diversi dal latte.


Cosa proporre dunque ai bimbi con l'autosvezzamento?

Sarà importante proporre alimenti con consistenze corrette per lui e per la sua età (non daremo mai una carota cruda ad un bambino di sei mesi), quindi come nello svezzamento classico i genitori devono proporre al piccolo/a delle consistenze morbide, inizialmente passate/frullate, per poi passare alle consistenze più grandi con polpettine morbide, piccola pastina, bastoncini di verdure ben cotte che possano sfaldarsi in bocca.
La DIVERSITÀ MAGGIORE rispetto allo svezzamento classico è che con l’autosvezzamento NON SI ASPETTA LO SCANDIRE DEI VARI MESI ad introdurre i diversi tipi di alimenti, bensi il bimbo/a mangerà gli alimenti che mangeranno i genitori quindi dagli spinaci al pollo, dal merluzzo ai legumi, dalle pesche al melone, dalla zucca alla frutta a guscio, il tutto ovviamente è bene ribadirlo, con le giuste consistenze.


Ecco che allora la parte FONDAMENTALE DELL'AUTOSVEZZAMENTO la farà: LA FAMIGLIA.
Saranno infatti i GENITORI devono dare L'ESEMPIO portando in tavola piatti semplici e il più naturali possibile, così che il bambino prenda loro da esempio: una famiglia in cui si pranza/cena con cibi confezionati, patatine e bibite onnipresenti in tavola e verdure completamente assenti nell’alimentazione, non potrà pensare di mettere a punto la pratica dell’autosvezzamento.
Va sempre ricordato che sale e zucchero sono ingredienti che non devono essere inseriti nell'alimentazione del vostro bimbo sicurmante fino all'anno , ma se possibile anche oltre, evitare l'aggiunta di sale al cibo che il vostro bambini mangerà cresendo negli anni, lo abituerà ad un gusto meno deciso e meno saporito; stessa cosa vale per lo zucchero. Mi rendo conto di quano soprattutto dai due anni in su, sia difficile evitare di far consumare dolci ai bambini, tuttavia si deve cercare di fare il possibile perchè il bambino venga abituato a gusti che siano il meno dolce possibile: meglio un dolcetto fatto in casa sfruttando lo zucchero di frutta fresca/frutta disidratata/cioccolato di qualità e magari poco zucchero integrale, piuttosto che alimenti dolci già pronti; ma comunque resta la regola che meno dolci vengono proposti al piccolo/a, meglio sarà per lui/lei anche per un futuro.

Di seguito vi lascio alcuni titoli di letture utili, se siete interessati:
Io mi svezzo da solo (di Lucio Piermarini)
Il mio bambino non mi mangia (di Carlo Gonzales)